Cos'è lo stress lavoro-correlato?
Il termine stress fu utilizzato per la prima volta dal medico endocrinologo Hans Selye nel 1936 per definire in termini biologici "la risposta non specifica del corpo a qualsiasi richiesta di cambiamento".
Oggi il termine stress descrive una vasta gamma di risposte fisiologiche ed emotive in diversi contesti di vita.
Lo stress di per sé non è una malattia. Indica una mobilitazione di energia che si attiva per affrontare richieste o eventi che ci mettono in uno stato di allerta (chiamati stressor).
Queste risposte psicofisiche possono avere una funzione positiva: per esempio, di fronte a un problema nuovo o imprevisto, la nostra concentrazione aumenta e ci sostiene nella ricerca di strategie di soluzione. Così la risposta di stress può diventare una fonte di crescita personale e professionale.
Tuttavia, quando le richieste sono eccessive o la pressione dura per un lungo periodo di tempo, senza adeguate possibilità di recupero, le energie personali possono esaurirsi: si possono, così, manifestare conseguenze dannose per la salute e la sicurezza.
Quando parliamo di stress lavorativo ci riferiamo agli stressor e alle risposte di stress sperimentati in ambito lavorativo. In particolare, ci si riferisce a una condizione di squilibrio che si verifica quando le richieste del lavoro superano le capacità e le risorse che l’individuo ha a disposizione per farvi fronte o si scontrano eccessivamente con i suoi bisogni ((Accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato, 2004; INAIL, 2017). Questa condizione può essere associata a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali.
Le persone possono rispondere in modo diverso a richieste simili, e la stessa persona può reagire in modo differente a eventi simili a seconda del momento della sua vita e delle specifiche condizioni di lavoro in cui opera.